ABSTRACT
presentazione sintetica della tesi

Contesto critico

La tesi consiste nella catalogazione e nello studio generale degli affreschi devozionali posti nelle chiese medievali del territorio del Cassinate e della Val Comino. Data la relativa novità di questo ambito di studi si è reso necessario uno studio del contesto critico in cui questi avvengono.
In genere si considera pittura devozionale la pittura legata al culto privato dei laici. Tuttavia gli esempi da me studiati si differenziano dalle due tipologie maggiori che rientrano in questa categoria: le immagini di culto e gli ex-voto. A differenza delle immagini di culto per uso domestico, questi affreschi hanno infatti origine privata, ma collocazione pubblica. Inoltre essi non hanno quasi mai una funzione cultuale o liturgica. Tuttavia, rispetto agli ex-voto, questi affreschi non rappresentano in modo narrativo le circostanze del miracolo o del voto: probabilmente non si riferiscono a episodi precisi, ma all'invocazione generica di un patronato del santo rappresentato.
In questa pittura si può leggere un riflesso del coinvolgimento dei laici nella vita religiosa, che si manifesta negli ultimi secoli del Medioevo, periodo a cui risale la maggioranza degli affreschi del corpus: oltre all'intento di compiere un'opera meritoria per la salute dell'anima, è evidente la volontà di gruppi familiari, corporazioni e comuni di appropriarsi, anche fisicamente, dello spazio sacro.
Da questa ricerca è risultato che elementi tipici dell'arte popolare come la semplificazione, la ripetizione, l'"espressionismo" non sono solo meri caratteri stilistici, ma sono dovuti alla volontà di esprimere particolari significati o funzioni dell'immagine. Inoltre essi non sono necessariamente segno della semplicità popolare, ma sono vocaboli di un linguaggio che ha una logica associativa e induttiva diversa da quella rinascimentale che ci è più familiare, ma tipica ad esempio dell'arte contemporanea, tutt'altro che popolare.

Tipologia dei santi rappresentati

I santi più frequenti nel corpus sono quelli che hanno un patronato generico o relativo alla morte: Giovanni Battista, Michele Arcangelo e soprattutto la Madonna. Sicuramente in seguito alle tante epidemie che funestarono questo periodo storico, sono molto rappresentati i santi taumaturghi come sant'Antonio (patrono degli animali domestici) e i santi "antipeste", il tradizionale Sebastiano e il più moderno Rocco.
Altri santi molto rappresentati sono i patroni di mestieri o categorie, in particolare san Nicola (patrono dei viaggiatori e dei marinai), san Leonardo (patrono dei prigionieri) e san Giacomo (patrono dei pellegrini). Quest'ultimo è l'unico santo biblico a godere di un culto popolare, proprio grazie al suo patronato specifico, mentre gli altri santi biblici sono in genere presenti solo in raffigurazioni di tipo ufficiale, come per esempio nella chiesa di San Nicola a San Vittore.
I santi locali nel complesso sono molto poco presenti. L'unico caso di santo a carattere civico, categoria molto diffusa nel resto d'Italia, è quello di San Marco di Atina, presente in una sola raffigurazione ufficiale. Anche i santi benedettini Mauro e Scolastica compaiono una sola volta, mentre Benedetto è raffigurato perlopiù in chiese dipendenti dall'Abbazia di Montecassino.

Iconografia e linguaggio visivo

Gli affreschi studiati hanno mostrato la presenza di variazioni iconografiche coerenti con il loro carattere devozionale, inoltre sono stati individuati localmente fenomeni particolari di interesse generale e, per quanto se ne sa, mai studiati e definiti dalla critica.
In particolare è stata individuata la tecnica della "geminazione": la ripetizione della figura di un santo nella stessa unità pittorica, in modo simmetrico rispetto ad almeno un'altra figura centrale. In questo ambito geografico si trova in due casi per sant'Antonio (a Sant'Elia e a Castelnuovo) e in un caso per san Sebastiano (a Fontechiari). In entrambi i casi si tende a differenziare le due figure del santo con un "sovraccaricamento iconografico" coerente con la volontà di esaltare il santo, che è poi lo scopo della geminazione.
La geminazione si apparenta a due tipiche tecniche rappresentative medievali, la narrazione continua e la split representation, nelle quali la figura significativa viene ripetuta per motivi tecnici: questo aspetto empirico divenne col tempo portatore di significato in se' (carattere di importanza) e pote' essere usato in ambiti diversi.
Un fenomeno simile si è verificato riguardo alle cornici che delimitano i pannelli, che servivano a "impaginare la parete", ma che col tempo hanno assunto anche la funzione di "marcatori di santità", come una sottolineatura. Con l'affastellarsi disordinato dei nuovi pannelli sulle stesse pareti, la cornice cambia forma e status. Diventa più spessa ed elaborata, e passa da semplice limite a confine: sia nel senso di rendere più leggibili i confini del pannello (non più inserito in un insieme organico), sia nel senso di vero e proprio confine di proprietà.


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