Mi faccio i film – Tutta colpa del gatto

Mi faccio i film – Tutta colpa del gatto

Roma, piazza San Giovanni. Un gatto vola sulla folla accalcata. Ha lo sguardo sorpreso. E’ stato lanciato. Verso dove? O verso chi? Il Premier sta tenendo un appassionato discorso quando il sole si offusca e qualcosa gli cade in faccia, qualcosa di morbido e pungente.
Totale: 1 premier all’ospedale, 34 astanti feriti dalla folla fuggitiva,  23 sospetti fermati, 3 guardie del corpo ferite dal gatto, 2 poliziotti feriti da facinorosi, e 1 gatto rinchiuso nel baule di un’auto della polizia.
E’ ferragosto, non ci sono altre notizie, giornali e TV del mondo si fiondano sulla notizia. Camion di mazzi di fiori vengono recapitati al Premier, retate nei negozi di animali, canili, gattili, discariche. Gattare e animalisti anarchici vengono interrogati e torturati. Una decina di filoni di inchiesta vengono aperti contro il lanciatore di gatto, contro i soccorsi tardivi, contro la polizia imbelle, contro i feritori di poliziotti, contri gli investigatori maneschi, contro i medici che coprirono gli investigatori maneschi, contro gli accalappiacani fannulloni, contro i giornalisti che pubblicano foto, video e intercettazioni di queste inchieste, contro le loro talpe e ovviamente contro il gatto.
I periti sostengano trattasi di felis catus di razza europea, colore bianco e rosso, età media, maschio. Assenza di codici, vaccinazioni e presenza di una orecchia rotta, fanno propendere l’ipotesi per un gatto randagio, che sarebbe stato prelevato espressamente in occasione dell’atto criminoso. Il magistrato dispone la soppressione da eseguirsi all’alba tramite scatoletta di Friskies avvelenata. L’ENPA, WWF, LIPU, Lega Antivivisezione insorgono. Una controperizia sostiene che l’orecchio del gatto fu rotto dai buttafuori del Premier, i quali vengono denunciati per maltrattmento di animali. L’esecuzione del gatto viene sospesa perché l’imputato deve comparire come testimone nel relativo processo. Camionate di croccantini vengono recaputate presso la pensione per animali “Re Micio”, incaricata della custodia dell’animale, denominato Giovanni (dal nome della piazza fatidica).
Il Premier esce dall’ospedale come ringiovanito, propone una legge che proibisce l’ingresso alle piazze agli iscritti ad associazioni animaliste e, per estensione, a partiti politici ed associazioni sindacali. Proteste, cortei, gruppi facebook. Il Premier compare in un messaggio a reti unificate: “Rinuncio alla legge non perché me lo chiede il popolo (il quale non è stato eletto), ma perché perdono Giovanni, ignaro artefice di un disegno criminale di mano ignota, ma di mandante noto. Mi sono sempre piaciuti i gatti.”
Le polemiche si placano, viene approvata di soppiatto una legge che depenalizza la corruzione di pubblico ufficiale (purché non accalappiacani). Nel frattempo è finito anche settembre, sono ricominciate le guerre, gli omicidi, gli stupri e la discussione della finanziaria. I processi del filone “Giovanni” cadono nel dimenticatoio, ma non potendo essere ufficialmente annullati, vengono rimandati in attesa della prescrizione.
Giovanni viene liberato nel segreto più totale, un freddo mattino di 5 anni dopo, da una porta secondaria del “Re Micio”.
Ora che la democrazia è tornata, Giovanni è diventato un simbolo di libertà, una corrente artistica, una linea di accessori per animali, un partito e una community gattofila on-line.
La Sora Franca (l’anziana gattara di Largo Argentina) ha rivelato in punto di morte: “L’ho visto diverse volte, lui con la sua famosa orecchia rotta, in cerca di cibo, ma ho taciuto per espressa volontà di Giovanni stesso, desideroso di passare in serenità la vecchaia, lontano dai clamori della ribalta”.
La sua vita romanzata sarà presto un film.

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