Beni culturali: l’esercito degli illusi – Concorso di giornalismo “Il Cannocchiale”

Beni culturali: l’esercito degli illusi – Concorso di giornalismo “Il Cannocchiale”

Articolo scritto per la partecipazione alla prima fase del concorso giornalistico organizzato dal sito “Il cannocchiale” e il giornale “Il Riformista“.

BENI CULTURALI: L’ESERCITO DEGLI ILLUSI

Piero Angela lo dice ogni volta che può: in Italia la cultura scientifica non è abbastanza diffusa e questo influisce negativamente sullo sviluppo del Paese. D’altra parte basta guardare gli annunci di lavoro…Quindi, per favore, studiate ingegneria che è meglio per tutti…
Ciò non toglie che, per tradizione, per passione o semplicemente per paura di altri corsi, sono ancora molti quelli che scelgono gli studi umanistici. Fino a poco tempo fa la pressoché unica speranza di lavoro per chi fa questi studi era l’insegnamento nelle scuole superiori. Un lavoro che ha perso da tempo il suo prestigio da libro ‘Cuore’ in cambio dei primissimi posti nella classifica dei lavoratori statali più odiati dagli italiani. In più ci si mette una delle tante riforme in ambito scolastico degli ultimi anni, che ha abolito i concorsi abilitanti per istituire scuole di specializzazione universitarie che finalmente forniscono una abilitazione professionale ma, essendo a numero chiuso, determinano di fatto un accesso limitato alla professione.
Niente paura, però, anche questo settore si sta ammodernando: basta con le lauree in Lettere che non sono nessun mestiere! Ora si studia arte solo se a indirizzo turistico, filologia solo se editoriale, filosofia solo dei nuovi media…Ma soprattutto eccole là: quasi tutte le facoltà di Lettere d’Italia (ossia quasi tutte le università italiane) hanno istituito corsi di beni culturali o stanno per farlo. Si va dai master trimestrali a numero chiusissimo, alle lauree triennali di primo livello: operatore dei bb cc, conservazione dei bb cc, conservazione e gestione dei bb cc, manager dei bb cc, economia dei bb cc, didattica dei bb cc …Per non parlare di restauro, fotografia, editoria, informatica dei bb cc… E tutto questo anche in corsi regionali, scuole superiori, pseudo-istituti privati e libri sciolti…
Anche calcolando solo gli studenti universitari il numero degli speranzosi è molto alto. Dove lavoreranno questi futuri specialisti di beni culturali, professionisti senza un nome specifico ma che hanno seguito corsi di altissimo livello, impegno, e costo? Quanti musei, biblioteche, aree archeologiche dovrebbe avere l’Italia per accontentarli tutti? Nonostante tutto, è quello il bello, potrebbe anche averli visto che, come tutti ripetono da anni, abbiamo più della metà del patrimonio culturale del mondo…Ma a tutt’oggi, credo, spendono più soldi gli studenti per studiare che le istituzioni per assumerli.
Dove si nascondono questi umanisti in pectore che pretenderebbero di lavorare in questo campo evitandosi la canonica crisi di coscienza da insegnanti delusi? Li trovi nei musei, ovviamente, nelle librerie mentre guardano con occhio languido costosissime edizioni d’arte, nelle bibliotecucce comunali a fare catalogazione, nei negozi di informatica a comprare mouse-pad con i disegni di Leonardo. Qualsiasi sito di arte, di università o di giovanilità (da exibart.com al biliardo di Yahoo) è invaso da anonimi che a un certo punto scrivono su un forum o in chat: ‘bb cc’. E li capisci subito con chi hai a che fare. Se poi si va in siti dedicati al lavoro nei beni culturali (tipo artjob.it) è un vero de profundis di speranze tradite ma, attenzione, mai sopite. «Il fatto è che lo Stato spende poco in cultura! Guadagna di più un idraulico che un direttore di museo! Dove andremo a finire di questo passo? Il fatto è che va avanti solo chi è raccomandato…». I commenti degli interessati sono suppergiù questi. Precisano, è vero, che non si fanno illusioni, ma poi come non darsi questa possibilità di sperare in un lavoro veramente appassionante? E così tutti a fare volontariato, servizio civile e tirocini vari che ‘fanno punti’; ma non c’è niente da fare… E se provassimo dai privati? Lo sanno tutti che ormai si va sempre più verso l’ingresso delle aziende nel settore: servizi museali, mostre, musei aziendali, portali web, giornali…Per non parlare dei postumi della Patrimonio spa…: una azienda che si compra l’area archeologica di Alba Fucens al prezzo-affare di 40.600 euro e rotti avrà qualche soldo in più per pagare un direttore che ne capisca qualcosa e eviti di costruirci sopra un albergo?. Ma no, per quelle cose servono solo economisti e cassieri e poi perché assumere costosi laureati masterati quando ci sono frotte di laureandi disponibili per stage gratuiti? «Rimane l’università, li c’è urgenza di nuovi professori. Lo sapete, vero, che le facoltà di conservazione nascono come funghi?»…

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